jueves, febrero 23, 2012

Biancamaria Frabotta / Dos poemas


















Había apenas cerrado los ojos sobre el libro
- sentía aún su peso sobre el pecho -
en la leve brisa de la duermevela
se estremecían las hojitas del mirto
por el enjambre que subía de la tierra
pero no hacía caso. Demasiado
el pensamiento de la prueba inminente
lo embargaba y no temía otra cosa
su joven edad, que siente todo amigable.
Soñaba la patria artificial de la infancia.
Soñaba, con una piedra sobre el pecho,
la última palabra que había leído.


Con qué gentileza se asoma entre las vigas
la mano, blanca de polvo. Alguien
me consuele. Con el brazo, con el agua,
con la luz, en su cuarto, por todas partes
buscando, hurgando, apartando las piedras.
Me verán finalmente en el vientre de la tierra.
Si miramos atentos, Haití está debajo de Haití,
cauto, para no quemar oxígeno.
De la luz del video, de su tedio,
nos deshilachamos hacia la laboriosa mañana,
en el escándalo del aire superfluo.

Biancamaria Frabotta (Roma, 1946), Da mani mortali, Mondadori, 2012 RaiNews
Versiones de Jorge Aulicino

L’estate delle stelle meno appariscenti
incoraggiava abitanti e forestieri
a sperare nel ritorno degli antichi climi.
Sull’erba gialla instabili fra gli scarsi
umori restavano a metà gli aperitivi
altra meta cercando le notti senza sonno.
Improvvisati astrofili perlustravano il cielo
e i suoi mutamenti nei piccoli telescopi
puntati verso i monumenti stellari.
Felpando i passi nel buio residuo
fiutando la comparsa delle meno
luminose al di là del cono d’ombra
dove le virtù stazionano imperfette
l’umanità di quegli strani tempi
usciva a caccia di nuovi lumi
e nella lente che restituiva
capovolti quei corpi dissepolti
perdeva la cercata chiarezza.


Aveva appena chiuso gli occhi sul libro
- ne sentiva ancora il peso sul petto -
nella lieve brezza del dormiveglia
rabbrividivano le foglioline del mirto
allo sciame che saliva dalla terra
ma lui non vi faceva caso. Troppo
il pensiero della prova imminente
lo assillava e altro non temeva
la sua giovane età, cui ogni cosa è amica.
Sognava la patria artificiale dell’infanzia.
Sognava, con una pietra sul petto
l’ultima parola che vi aveva letto.


Con quale gentilezza si affaccia tra le travi
la mano bianca di polvere. Uno qualunque
mi conforti. Con il braccio, con l’acqua
con la luce, nella sua camera, ovunque
cercando, frugando, spostando le pietre.
Mi vedrete infine nel ventre della terra.
Stando attenti, Haiti è sotto Haiti
piano, per non bruciare ossigeno.
Dalla luce del video, dal suo tedio
ci sfiliamo verso l’operoso mattino
nello scandalo dell’aria superflua.
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Foto: Biancamaria Frabotta Italian Poetry

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