Mirella Muià / Discurso del mortero

El mortero de mármol ha hecho un largo viaje:
alguien lo ha extraído del cuerpo de la loma—
alguien lo ha separado de la piedra materna—
alguien lo ha recogido de un cúmulo de trozos dispersos—
alguien lo ha transportado de la cantera al taller del tornero,
y éste le ha dado forma,
y para hacerlo lo ha excavado adentro y lo ha pulido afuera,
y con otro fragmento hizo la mano del mortero—
alguien lo ha puesto en venta a los maestros de íconos
para transformar en polvo fino a los colores más refractarios—
alguien lo ha comprado y lo ha traído a mí,
y ahora está conmigo, aquí, y me interroga: “¿Quién eres?
No creas ser como este mazo
tan sólo porque tengas el vigor
y ves lo que a tus ojos no es correcto
y te anima ese celo de justicia…
Pero si quieres, si puedes decir que has hecho un viaje como el mío,
si de verdad caíste de la montaña al golpe de los picos,
si has sido recogido, excavado por dentro y pulido por fuera,
y luego te han vendido y te han comprado—
si reconoces que este viaje hiciste,
tú, piedra de mármol más dura que yo,
sabe entonces que podrás ser como yo:
lugar donde se muele,
lugar donde moler y lugar que es molido
con la materia a transformar en polvo fino.
El color es molido, pero a los golpes debes recibirlos tú,
acogerlos tú, llevarlos tú.
Si aceptas esto,
puedes ser como yo bajo la mano de Quien tiene la mano del mortero.”
Esto me dijo el mortero.

[Enero 2014. Inédito]

Mirella Muià (Siderno, Calabria, Italia, 1947), Versión de Pablo Anadón, Córdoba, noviembre 2016


DISCORSO DEL MORTAIO

Il mortaio di marmo ha fatto un lungo viaggio:
qualcuno l’ha staccato dal corpo del monte—
qualcuno lo ha separato dalla pietra madre-
qualcuno lo ha raccolto da un cumulo di pezzi dispersi—
qualcuno lo ha portato dalla cava alla bottega del tornitore,
e questi gli ha dato una forma,
e per farlo lo ha scavato dentro e levigato fuori,
e da un altro resto ha formato il pestello—
qualcuno lo ha messo in vendita ai maestri di icone
per ridurre in polvere fine i colori più refrattari—
qualcuno lo ha comprato e lo ha portato da me,
e ora è qui con me, e mi interroga: “Chi sei tu?
Non credere di essere come questo pestello
solo perché hai forza e vigore 
e vedi quel che è scorretto ai tuoi occhi
e sei animato da zelo per la  giustizia…
Ma se vuoi, se puoi dire di aver fatto un viaggio come il mio,
se sei davvero caduto sotto le picconate dalla montagna,
se sei stato raccolto, scavato dentro e levigato fuori,
e poi messo in vendita e comprato—
se riconosci d’aver fatto questo viaggio,
tu pietra di marmo più dura di me,
allora sappi che puoi diventare come me:
luogo in cui si pesta,
luogo in cui pestare e luogo che è pestato
 insieme con la materia da ridurre in polvere fine.
Il colore viene pestato, ma i colpi li devi prendere tu,
accoglierli tu,  portarli tu.
Se accetti questo,
puoi essere come me sotto la mano di Chi tiene il pestello”
Così mi ha detto il mortaio.

[Gennaio 2014. Inedito]

Foto Conchiglie/Maria Franco/Giuseppe Laganà