Cuando tú, mi poesía, lees poesía,
se oscurece el cielo de una verde luz,
la gente escapa de la orilla del mar
por una impresión remota de tormenta
o de litigio entre los elementos;
enarbolan llamas los cables del tranvía
y un gran silencio baja sobre la ciudad:
es la poesía que se contempla a sí misma.
Lees palabras de un tiempo desaparecido,
de un presente que se desmorona sin pausa
velozmente en el informe pasado,
de un rey y coronas, jardines y guerras,
tú, que eres la corona de todo imperio
y el jardín del mundo conocido
y la guerra de sentidos de la naturaleza,
lees "¿quién creerá en mis versos en el porvenir
si digo ahora todo tu valor?",
y sucede en ese momento que esos versos,
como una flecha arrojada hacia los siglos,
alcanzan a quien un día los inspiró.
Y entonces, lo oscuro verde se hace total,
la gente se guarece, agobiada,
y en un silencio como de terremoto,
se alza la luna sobre los Castillos Romanos
y lentamente gira todo hacia el azul,
mientras tú, mi poesía, lees poesía.
Juan Rodolfo Wilcock (Buenos Aires, 1919 - Viterbo, Italia, 1978), "Italienisches Liederbuch", Poesie, Adelphi, Milán, 1993
Versión de Jorge Aulicino
6. Quando tu, mia poesia, leggi poesia.
Quando tu, mia poesia, leggi poesia / si oscura il cielo de una luce verde, / la gente sfugge la riva del mare / per un senso remoto di tempesta / o di contrasto tra gli elementi, / vampe si anelberano * sui fili dei tram / e un gran silenzio cala sulla cità: / è la poesia che contempla se stessa. / Leggi parole di un tempo scomparso, / di un presente che crolla senza sosta / velocemente nell'informe passato, / leggi de un re e corone, giardini e guerre, / tu che sei la corona di ogni impero / e il giardino del mondo conosciutto / e la guerra dei sensi della natura, / leggi, "chi crederà i miei versi in avvenire / se dico adesso tutto il tuo valore?" / e accade in quel momento che quei versi / come una freccia scagliata nei secoli / raggiungono chi un giorno li ha ispirati. / E allora il buio verde si fa totale, / la gente si rintana, sopraffatta, / e in un silenzio come di terremoto / si alza la luna sui Castelli Romani / e lentamente volge tutto all'azurro, / mentre tu, mi poesia, leggi poesia.
6. Quando tu, mia poesia, leggi poesia.
Quando tu, mia poesia, leggi poesia / si oscura il cielo de una luce verde, / la gente sfugge la riva del mare / per un senso remoto di tempesta / o di contrasto tra gli elementi, / vampe si anelberano * sui fili dei tram / e un gran silenzio cala sulla cità: / è la poesia che contempla se stessa. / Leggi parole di un tempo scomparso, / di un presente che crolla senza sosta / velocemente nell'informe passato, / leggi de un re e corone, giardini e guerre, / tu che sei la corona di ogni impero / e il giardino del mondo conosciutto / e la guerra dei sensi della natura, / leggi, "chi crederà i miei versi in avvenire / se dico adesso tutto il tuo valore?" / e accade in quel momento che quei versi / come una freccia scagliata nei secoli / raggiungono chi un giorno li ha ispirati. / E allora il buio verde si fa totale, / la gente si rintana, sopraffatta, / e in un silenzio come di terremoto / si alza la luna sui Castelli Romani / e lentamente volge tutto all'azurro, / mentre tu, mi poesia, leggi poesia.
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Ilustración: Mujer y espejo, siglo XVI, Giulio Romano
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